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Flavio R.G. Mela

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Folklore. La Passione di Cristo a Piazza Armerina.

Il popolo di Piazza Armerina ha sempre avuto una profonda devozione per il S.S. Crocifisso, fin dai tempi antichi. Il Crocifisso che si porta attualmente durante la processione del Venerdì Santo, scolpito dal maestro Antonio Cultrera, era custodito nei secoli precedenti nella chiesa di Santa Domenica. Nel 1675 Matteo Calascibetta barone di Malpertuso e San Basilio, notando la grande devozione che i pellegrini di Piazza, e non, riservavano al sacro simulacro, volle istituire nella nominata chiesa una collegiata di canonici intitolata al S.S. Crocifisso. Successivamente, durante il Settecento, Pietro Paolo Trigona Marchiafava, barone del Casalotto e della Scaletta, dei baroni di Spedalotto, volle abbattere l’antica chiesa di Santa Domenica per erigere una struttura da dedicare interamente all’adorazione del Crocifisso, lasciando le dovute disposizioni testamentarie alla stessa istituita Collegiata, capitolo di 38 Prebendati, 18 Canonici e 17 Sacerdoti. Il complesso, che attualmente è visitabile nel quartiere Monte, proprio nel cuore della realtà più antica della città, fu completato il 25 marzo 1785. Dopo la requisizione dei beni nell’ ‘800 da parte dello Stato, nel ‘900 scomparve definitivamente il collegio dei Canonici. Nel 1950 furono soppresse dal vertice ecclesiastico locale le dieci Confraternite cittadine, che fino ad allora avevano animato i riti della Passione di Cristo, coinvolgendo il popolo. Fu in quell’occasione che la popolazione donò, a spese proprie, l’urna del Cristo morto, tutt’ora parte della processione del Venerdì Santo. Nel 1989, con l’approvazione del Vescovo Cirrincione, fu istituita l’attuale Confraternita, i cui membri si presentano incappucciati, con tunica e accessori che ricordano simbolicamente la Passione del Signore.
La processione del Venerdì Santo prende il via dalla Chiesa del S.S. Crocifisso, attraversando tutto il centro abitato. I primi a vedersi di questo corteo dai toni funebri sono proprio i membri della Confraternita del S.S. Crocifisso, che trasportano in un’urna il capo incoronato di spine di Gesù. Segue la bara del Cristo morto, portata a spalla dai devoti vestiti di bianco, secondo la tradizione siciliana. E ancora il Clero e il S.S. Crocifisso issato al di sopra di una palla dorata significante il mondo e portato sempre dai devoti. Molti fedeli donano alla sacra vara, in segno di devozione, delle lenzuola bianche. E, infine, l’Addolorata, bellissimo simulacro, portata in spalla da giovani ragazze vestite interamente a lutto. Poco dopo, a partecipare del dolore della Madre del Signore, i fedeli in processione. Inoltre, da poco è stato istituito nuovamente il gruppo dei Lamenti. Qualche anno fa di questo gruppo, ora composto anche da giovani, facevano parte solo anziani che, con grande enfasi, narravano in vernacolo piazzese, con il ritmo di una litania, i patimenti e i dolori della Passione. Il Veltro si è occupato di queste “Lamintanzi” in un altro articolo, per approfondire cliccare qui.
Il rito sacro del Venerdì Santo è una scena a cui si partecipa con il sentimento e anche lo spettatore sentirà di essere parte, con i propri sentimenti, del dolore metafisico, animato dal corteo e dagli attori dello stesso, rendendolo così concreto come se la Passione del Cristo si realizzasse realmente a ben a soli due passi.

A seguire il video del Veltro Reporter proprio sulla Processione del Venerdì Santo di Piazza Armerina. Buona visione.

Flavio Mela



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